
‘Non passa niente per il cuore che non sia
La luna: arriverà tra poco piena’
Quelle sopra riportate sono le battute iniziali di “Macchie lunari”, una delle poesie presenti nella raccolta “Sotto fasi lunari” di Giorgio Casali, giovane poeta, classe 1986, e speaker radiofonico modenese alla sua quarta pubblicazione.
E questo piccolo satellite, che già sin dall’antichità ha ispirato tanti autori, è davvero il protagonista assoluto dell’ultima fatica letteraria dello scrittore Casali: una luna che osserva da lontano, “una luna quasi sempre piena, in un’atmosfera ancora provinciale perciò più piena di accensioni, feste di paese e simboli antichissimi da decrittare” (Anna Ruotolo, Prefazione), mentre si consumano incontri, amori, tradimenti e la vita prosegue nel suo corso.
Poesie prevalentemente brevi, quelle di Giorgio Casali, intervallate da testi, anch’essi brevi, di prosa poetica.
Accanto alla luna, presenza ricorrente in quasi tutti i componimenti, tra gli altri protagonisti della raccolta troviamo il paesaggio modenese, con le sue colline e i suoi paesi e, non ultima, la musica.
Non solo molte poesie, infatti, raccontano di dischi, concerti (basti, come esempio, Due biglietti) o gruppi musicali (si veda Rex il cane, Amnesiac, Polly Jean, tanto per citarne alcuni), ma la raccolta si apre proprio con una citazione da All and everyone di PJ Harvey (Death was everywhere) a ricordarci, come il ciclo delle fasi lunari, il passare del tempo (altro tema dominante) e il suo scorrere, per cui anche il dolore più bruciante è destinato a passare (Vieni dolore, entrami prendimi … fino a quando un giorno/arrivederci poi tanti saluti), mentre noi “cittadini”, a differenza dei nostri nonni “Non sappiamo più niente/delle fasi lunari e del vino”.
E nella cornice di questa continuità, di questo fluire, le poesie di Giorgio Casali ci ritraggono, in rapidi schizzi, quasi sempre sotto lo sguardo benevolo della luna, di volta in volta le donne, la fede, le preghiere, la notte, la morte. Brevi pennellate in cui si mescolano nuovo e antico, le feste nei locali alla moda, i viaggi di ritorno da un concerto, le tradizioni e la religiosità semplice delle donne.
Una poetica, quella di Giorgio Casali che si richiama e ci ricorda quella di Cesare Pavese, nei suoi aspetti discreti e intimisti e dominata da storie semplici e vere, da paesaggi di provincia, da atmosfere notturne, nostalgie e coscienza del tempo che passa leggero sulla vita.
Nei testi di Casali possiamo inoltre trovare un raffinato gioco di richiami, allusioni e incontri oltre che in campo musicale, con la letteratura del Novecento: Camillo (Sbarbaro), Pier Vittorio Tondelli (Altri libertini molto più cretini/spendono il mattino a pensare al pomeriggio in Pieno di benzina), Gianluigi Sacco, Andrea Salieri, il tuttoniente di Clemente Rebora (Notte senza sogni).
Come efficacemente descrive Anna Ruotolo nella prefazione del libro, “l’io di Giorgio e gli altri suoi personaggi sono anime che de-siderano, nel senso di sentire la mancanza delle stelle. E non perché hanno cessato di volere piuttosto perché sono fermi sotto gli astri e contemplano e sempre attendono. Un desiderio attivo, una volontà di aspettare e così diventare parte degli accadimenti più singolari.”
Punto d’osservazione stra-lunato, quello di Casali, uno stato di spaesamento e smarrimento di chi è pronto a lasciarsi sorprendere e quindi ritrovarsi:
So dove trovarti, luna/ma preferisco non cercare sul calendario/le faccine mezze piene o piene./Voglio invece esser colto di sorpresa/appena passata la curva in salita,/spiarti dietro i rami del cipresso/scaldarti col fumo della mia preghiera. (Avvento)
Alessandra Carnovale
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