Voi siete straordinariamente bella, Aglaja Ivanovna. Siete tanto bella che si ha paura a guardarvi. È difficile giudicare la bellezza; non vi sono ancora preparato. La bellezza è un enigma […] tremenda e orribile cosa! Là gli opposti si toccano, là vivono insieme tutte le contraddizioni!
Fëdor Dostoevskij
Certi libri nascono anche dalla felice intuizione di avere complici adeguate nel trattare percorsi spinosi, come può essere quello di ridiscutere i presunti privilegi di condizioni personali solitamente ambìte. È per questo che, come direttora editoriale, ho pensato a Maria Carla Trapani per la curatela di un progetto letterario che invitasse le donne a raccontare non l’elogio della bellezza, valore celebrato, rincorso, evocato fin dai tempi antichi come uno stato di grazia (basti ricordare Paride che delle tre ricompense offerte dalle dee in competizione proprio per la bellezza a fronte del suo ‘giudizio’, sceglie la donna più bella del mondo), ma che al contrario, descrivessero piuttosto i pur possibili svantaggi, le relazioni nevrotiche , implicate nell’avvenenza, insomma, gli stati di disagio personale e sociale che dalla bellezza possono derivare. Dall’assenso di Maria Carla, sempre pronta a indagare argomenti di trincea e a rimettere in discussione modelli predefiniti, è nato un concorso letterario cui hanno risposto con spirito ed esperienze simili, ma anche opposte, un centinaio di autrici, tutte accomunate dal voler spiegare la controversa relazione con uno dei feticci più celebrati della cultura umana. Dalla selezione accurata dei materiali arrivati in redazione, ventotto racconti tra tragico e ironico, abbiamo composto il volume Sono bella, ma non è colpa mia – L’inconvenienza dell’avvenenza, dando ragione all’idea che ci fosse molto da raccontare sulla bellezza vissuta in modo problematico, stabilendo un contraddittorio con chi definisce da sempre questo status un miraggio da inseguire, quando invece può anche rivelarsi come una ‘torre d’avorio’ di isolamento.
La bellezza può, anche, innescare la competizione tra donne, si pensi alla cultura classica e al mito di Psiche contrastata per la sua bellezza da Afrodite, o anche a storie di cinematografica memoria come “Malena”, dove all’avvenenza di una corrisponde la frustrazione di altre. Ma questa inquietudine non è neanche estranea al ruolo che il potere maschile gioca nel caricare di negatività la sensualità femminile, fino a farne motivo di discriminazione. Anche con questo le donne devono imparare a misurarsi, in quanto troppo spesso si innescano, a partire dall’avvenenza, relazioni faticose e disfunzionali, reazioni nevrotiche, fino a distorsioni della personalità e a condizionamenti comportamentali. La bellezza, una condizione generalmente ambìta, diventa perciò un malessere indotto, una disparità indesiderata.

Eppure, non sarebbe giusto assecondare questa dinamica perversa. La bellezza, tanto più se è ricercata e ostentata, quando è frutto di una libera identificazione di genere, deve essere difesa come un diritto, di cui possono e devono godere tutti, liberamente.
Come scrive Maria Carla Trapani nella sua introduzione al volume, “In una società in cui la rappresentazione della ‘carne’ domina l’immaginario, non desta certo stupore che attorno all’esibizione del corpo femminile possano aggrovigliarsi i nodi irrisolti della questione di genere. A volte capita anche che questo corpo, per natura o per scelta, sembri corrispondere ai rigidi canoni di bellezza vigenti. Ecco, considerare invece che questa corrispondenza, apparentemente fortunata, possa essere percepita come un ostacolo alla propria realizzazione, ci può portare a un interessante spostamento del nostro punto di vista abituale. […] Un altro tipo di dolore si sente nelle voci qui raccolte, esso scaturisce dal rifiuto di confrontarsi sul terreno della colpa e della bellezza come strumento: la bellezza viene rivendicata, come un diritto, e la discriminazione non e più subita, ma contestata alla radice. […] Reazione comprensibile e quella della difesa, della discolpa, della propria mancanza di responsabilità per la natura maligna dell’avvenenza. […] L’erotismo è una risorsa che è presente dentro ciascuna di noi. “Sono bella e non e colpa mia”, sembra di sentire, ma la mia mancanza di colpa non è candida innocenza dietro la quale il diavolo si nasconde. La mia mancanza di colpa e rivendicazione del diritto di decidere del mio corpo senza che questo debba comportare alcun giudizio di valore da utilizzare per mutilare la mia capacità di scegliere quanto, e soprattutto come, essere donna. Disporre della propria bellezza, ricercarla, costruirla ed esporla, non è una colpa perche è un diritto. E come tale va rivendicato, da ognuno, che sia donna, uomo o transgender”.
Insomma, non è tanto la bellezza “nostro malgrado”, a intimorire, ma la libera scelta, ed è questa libera scelta di essere, che abbiamo chiesto alle donne di raccontare.
Dona Amati
Potrei illudermi, credere di esser bella, di appartenere alla categoria delle donne belle e ammirate, perché davvero tutti mi guardano. Ma io so che non si tratta di bellezza, ma di qualcos’altro, di qualcosa di diverso, che appartiene forse allo spirito. Sono come voglio apparire, anche bella se gli altri lo vogliono, o carina, carina diciamo per i familiari, per loro e basta, insomma posso diventare come gli altri vogliono che sia. E crederci. Anche credere che sono affascinante. Dal momento che lo credo, so anche farlo diventare vero agli occhi di chi mi vede e desidera che io sia di suo gusto.
Marguerite Duras – L’Amante
Editore: FusibiliaLibri
Collana: Magneti
Curatore: Maria Carla Trapani
Anno 2014
pp. 112
formato 15×21
15,00 euro
ISBN 9788898649051
Prefazione di Maria Carla Trapani
Foto di Stefania Sergi
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