RYOJI IKEDA – Supersymmetry – 2014 / Spectra – 2015

Compositore ed artista giapponese, considerato uno dei maggiori esponenti della computer music contemporanea, Ikeda è stato uno dei pochi artisti sonori e visivi a divenire noto a livello internazionale.

Per realizzare la propria musica, Ikeda ha spesso adoperato i suoni provenienti da apparecchiature digitali, quali stridii di connessioni fax, rumori di fonti radio, segnali prodotti da un computer o da codici Morse e altri, facendola così risultare generalmente austera ed astratta. Alcune delle sue pubblicazioni più recenti risentono l’influenza del dub e della techno minimale. I suoi album +/- (1996), 0 °C (1998), matrix (2000), dataplex (2005) e test patterns (https://www.youtube.com/watch?v=XwjlYpJCBgk – 2008) sono opere pionieristiche nell’ambito della musica astratta contemporanea.

Supersimmetria è un progetto che presenta una visione artistica della realtà della natura e fornisce un’esperienza coinvolgente e sensoriale per i visitatori. È un modo contemporaneo e approfondito, per certi versi, di vedere la Natura e il mondo tutto, che ci circonda. Questo progetto fa parte di una serie di nuovi lavori che sono stati portati al CERN di Ginevra, dove si trova il più grande centro in tutto il mondo per la fisica delle particelle. Nella fisica delle particelle, la supersimmetria è una proposta di estensione di simmetria spazio-tempo che si riferisce a due classi fondamentali delle particelle elementari: bosone e fermione, e prevede una particella partner del Modello Standard, per contribuire a spiegare perché le particelle hanno massa.

 

Spectra – 2005

Spectra, installazione diversa per l’artista Ikeda, abituato di solito a lavorare con i suoni, da vero sound artist e musicista quale è. Una banda di colori, come un arcobaleno, derivante dalla separazione dei componenti della luce dai loro differenti gradi di rifrazione secondo la lunghezza d’onda. Spectra consiste in una serie di impianti di grandi dimensioni che producono un’intensa luce bianca come se si trattasse di materiale scultoreo. L’installazione è stata progettata in riferimento a specifici spazi espositivi o siti pubblici selezionati dall’artista. La luce bianca è una delle forme più pure di trasformazione di energia elettrica. Vediamo un puro stato di energia. Attraverso questa installazione si assiste come ad una pura trasformazione che trasforma, a sua volta, sia l’ambiente circostante sia lo spettatore catapultandolo nell’opera d’arte. La luce bianca comprende l’intero spettro dei colori. Con la luce-installazione, lo spettatore percepisce il colore nei suoi occhi così immediatamente ed intensamente che non può vedere null’altro, proprio come nel buio più totale. L’installazione diventa dunque quasi invisibile e, per tale ragione, l’opera d’arte suscita un sentimento di qualcosa di indescrivibile, qualcosa di sublime e soprannaturale, qualcosa di indimenticabile.

 

 

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