Osceno, Animale

C’è stato un tempo in cui la distinzione tra noi, gli uomini, e il resto del regno animale, è apparsa semplice e cristallina. Fin quando la Tecnica, tesa al dominio della Natura, era vista come un fattore di progresso, la nostra superiorità era indubitabile.

L’uomo il solo essere vivente in grado di modificare l’ambiente in base non solo ai bisogni, ma ad ogni sorta di desiderio.

Nel corso del Novecento, la Tecnica ha però svelato l’altra sua faccia, quella distruttiva. La storia e la cronaca ci mostrano, spesso in modo tragico e osceno, che il progresso è per sua essenza esposto a repentine regressioni, che interrompono il corso degli eventi gettando l’uomo, con tutti i suoi orpelli, nella più pura bestialità. E qui i termini si fanno incerti, poiché è sempre più diffusa, nella nostra cultura, la convinzione che la bontà pertenga più agli animali che all’uomo.

Anche al di là di ogni giudizio di valore, oggi si impone un ripensamento del confine tra umanità e animalità. A cominciare dal nostro corpo nudo, che senza inganno esibisce la nostra fragilità mostruosa; un corpo che tuttavia è il solo – nella stasi come nel moto, nelle azioni come nelle passioni – osceno.

Diwali vi invita, come sempre, a ri-tracciare i confini, mescolare le carte e le arti, per questo numero a partire dal tema Osceno, animale.

 La scadenza per l’invio dei materiali è fissata a Venerdì 05 Giugno p.v.

Come sempre potete ricorrere all’indirizzo di posta elettronica: diwalirivistacontaminata@gmail.com

 Con preghiera di diffusione sui vostri canali social.

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