Da Carducci a Prontera, il barbaro universale delle Odi trasfigura – filologicamente e ironicamente – nell’intimista ma altrettanto barbaro epodo, il quale, perso il distico e la costrizione metrica, non smette di significare a tutti. Di fronte a una produzione letteraria scissa tra rinnovate forme di ermetismo e ripiegamento nel linguaggio quotidiano, l’immediatezza di questi versi, risultato di complessità semantica e raffinatezza stilistica, appare tanto più degno di nota, grazie alla sua fortunata sintesi di leggerezza e profondità, singolarità e universalità, cui ancora oggi può aspirare il lavoro del poeta.
Maria Carla Trapani
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