L’uomo neo-romantico di Elizabeth Peyton – Geremia Doria

Guardare ed essere guardati.

Fotografia/Specchio/Immagine/Ritratto

Elizabeth Peyton dipinge tra Londra e New York, si afferma a metà degli anni 90. Le sue opere sono esposte nelle gallerie più prestigiose del mondo, quotate centinaia di migliaia di dollari.

I soggetti sono uomini, tra i 20 e i 30 anni, efebici, androgini, angelici, eterei. Il loro carisma sembra mettersi a fuoco rimanendo sbiadito. Sono terribilmente magnetici. Sono belli e dannati. Sono sexy nel loro look metropolitano. Sono solidi e fluidi.

Diventano icone. Diventano perchè ancora non sono. Sono testimoni di se stessi nel percorso della propria affermazione come musicisti, attori, artisti.

Kurt Cobain. Sid Vicious. Richard Ashcroft. Pete Doherty. Liam Gallagher. Prince.

Siamo nel post Warhol.

Warhol ha democratizzato il ritratto contemporaneo, ha sovvertito le gerarchie culturali dell’America del dopoguerra. Al contempo crea e disfa il personaggio, lo tipizza per poi riprodurlo in serie.

Warhol usa il soggetto. Il soggetto ultimo è Warhol.

POP

Elizabeth Peyton rappresenta persone cui è sentimentalmente ed emotivamente vicina. Non c’è distanza dal personaggio famoso, così come non ce n’è dal vicino di casa, l’amico, il boyfriend.

Peyton cerca nel soggetto una qualità superiore da astrarre in un ideale.

Fa dell’uomo oggetto di amore.

Ne emerge un ritratto delicato, pervaso di grazia, attraversato dal sentimento.

Intimità.

Malinconia.

Ricerca.

I dipinti rimandano alla miniatura rinascimentale, all’espressionismo astratto, al romanticismo preraffaellita. Gli uomini sono neo-romantici.

Romance.

Peyton usa un tratto breve, deciso, carico, descrittivo, efficace. Ogni tratto è mosso da un’intensità emozionale che trasfigura la natura finita del soggetto.

Il modello ha un’espressione tangibile ma idee inafferrabili.

E’ il potere espressivo della pittrice, affidato al colore.

Rosso.

Verde.

Blu.

Luce.

Il colore eleva l’uomo: lo rende icona. Assistiamo all’evoluzione del personaggio.

E’ l’uomo che sa guardare e guardarsi. Cercarsi. Oggettivarsi. Coltivarsi.

Walt Whitman ha insegnato la sua lezione.

Osservare l’essere umano che diventa Uomo, nella crociata contemporanea per l’individualità.

E come in un film di François Truffaut vediamo l’uomo nella sua intimità ma ne percepiamo l’afflato universale.

Sguardo. [GD]٭

 Bonnefantenmuseum - Opening Expo Live Forever Elizabeth Peyton

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