
Quali bevvi pozioni delle lacrime di Sirena
stillate da alambicchi torbidi dentro come inferno,
rivolgendo speranze a paure, le paure alle speranze,
soccombente anche quando mi vidi vincere!
Quali mai commise il mio cuore errori sciagurati
mentre si presumeva come non mai augurato!
Come I miei occhi furono dall’orbita propria stravolti
in quel delirio di furiosa febbre!
Beneficio del male! Ora m’appare vero
che il meglio dal cattivo e’ miglorato;
che un amore crollato, ricostruito,
cresce forte, leggiadro, grande, piu’ di prima.
Cosi’ ritorno a contentezza castigato,
e dai mali guadagno il trilplo dello speso.
William Shakespeare, Sonetto CXIX
Traduzione Giuseppe Ungaretti



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