
Intimacy ha lo scopo di raccontare, attraverso le immagini, come alcuni soggetti esprimono la propria nudità, il rapporto che hanno con il proprio corpo ma, più in profondità, lo scopo ambizioso che si pone il progetto è quello di entrare nell’intimità dei soggetti fotografati, cercando di annullare la presenza del mezzo fotografico.
Intimacy si può definire una sorta di autoterapia, un lungo viaggio ed un forte intreccio tra i soggetti fotografati e l’autore delle immagini, dove l’emergere di emozioni di diverse persone si va ad incontrare con una sola storia. Quella dell’autore stesso.
“D’impatto ti direi una cosa. Ti direi che non c’è stata nessuna emozione.”
Parlare di me somiglia profondamente a quella sensazione di disarmo: un uomo disteso su un letto. Succede in molte delle immagini che ho scattato, ed avverto forte l’istinto di reagire, di rialzarmi, ma credo che questo viaggio, per andare in profondità, debba essere fatto in questo modo, rimanendo disteso e assaporando tutto quello che mi sta attraversando. È l unico modo per cogliere il senso più profondo, facendo i conti con quello che ho dentro . L’intimità ripresa nelle immagini scattate parla della mia intimità, racconta il mio viaggio attraverso dei gesti, la mia storia riflessa in persone per forza di cose sono diverse tra loro. Intimacy è un lavoro autobiografico ed in definitiva sono io. Non la mia storia da sempre ma da qualche tempo a questa parte. Ed è una storia nuova.
Fabrizio Perrini





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