Non presenteremo la nuova rubrica. Si presenterà da sé, nello svolgersi stesso dell’inchiesta sulla nostra artista. Ma una precisazione preliminare ci sembra necessaria: non è un’inchiesta. Piuttosto si direbbe un’intervista. Deliberatamente abbiamo messo in atto un détournement semantico, che disarticola e riconfigura il rapporto tra significante e significato. La nuova forma dell’inchiesta, all’apparenza intervista, emergerà in superficie; gli incerti intenti costituiranno la trama del testo, mentre le ragioni andranno guadagnate nelle profondità dell’interrogazione. Tenteremo di non intervistare Anna Laura Longo: nostro intento è fare un’inchiesta sulla sua arte attraverso la sua parola, sulla sua vita attraverso i suoi lapsus… Al bando le domande ordinarie, la costruzione giornalistico-pubblicitaria: compiremo i primi passi per un’inchiesta inquieta e inquietante. Con tutte le inevitabili ricadute nella trita banalità.
Questa ad Anna Laura Longo è la nostra prima inchiesta contaminata.
Multisensoriale e riflessiva, teoretica e sensuale, classica e sperimentale, rigorosa ed eccentrica, contemplativa e concreta, complessa e immediata. Varcata la soglia dell’antro dell’artista, questi binomi pulsano in ogni dove: dalle pareti ai divani, dal tavolo ai fornelli, dal letto al pianoforte. Dalle mani agli occhi di Anna Laura. Ho cercato di catturarne i battiti e riprodurli, per i lettori di Diwali. Alla ricerca dell’artista in ogni luogo e in ogni parola, in ogni deviazione della voce.
Maria Carla Trapani
Performances:
Questo è il mese dei radiosi incarnati del suolo (inedita per Diwali – Rivista contaminata; testi di A. L. Longo);
Bianche porzioni per dimezzare il molteplice (testi in prosa di W. Kandinsky – testi poetici di A. L. Longo).
Foto: Matteo Barale
Musiche: J. Cage “three songs” per voce e pianoforte
Voce: C. van Wetter
Pianoforte: A. L. Longo
Riprese e montaggio: Maria Carla Trapani
Roma, 10 febbraio 2015
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