Quando penso al sesso penso ad una musica e la musica ogni volta è differente: ora è un tango argentino, ora un valzer al piano, ora un suono suadente di violino, ora un ritmo convulso e lontano, ora un silenzio di mille fruscii e aritmici respiri.
Talvolta è un gioco intrigante, altre volte un latente dovere; quasi sempre, in effetti, un piacere; ma a quale prezzo? La verità è sempre lì in agguato, subito dopo, ad illustrarci a chiare lettere se quella inspiegabile ed incontrollabile tensione era frutto di un momento vano, di un vile tradimento, di un distratto appagamento, la logica fine di una serata interessante oppure qualcosa che lascia un’indelebile traccia di sorriso sulle guance.
A volte è un’ossessione, un’idea fissa, una violenta pretesa di sottili o palesi prepotenze senza alcuna, neanche minima, condivisione, e il piacere dura solo pochi istanti che si dissolvono in miseri attimi di possesso illusorio lasciando gli attori soli nel vuoto di una squallida scenografia.
In fin dei conti il sesso senza sentimento profondo è una conquista al ribasso, una misera solitudine, una emancipazione suicida, una falsa libertà.
Pietro Bomba
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