Il Secondo InVerso

Recita lo scrittore e filosofo Robert M. Pirsig ne I Diari della Motocicletta:  “Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore”.

Ma il Divino prima che in ogni oggetto, si cela negli ingranaggi dei sentimenti di chi quell’oggetto lo aziona.

Ed è allora che si scopre la perfezione che è imperfezione al tempo stesso in quanto umana.

Meccanismi psicologici sofisticati,  invisibili spesso all’occhio ma non al poeta, che attraverso la sua sensibilità ne analizza il funzionamento, ne ascolta ed ausculta il minimo impercettibile rumore che producono all’interno dell’esistenza e lo amplifica tramutandolo in versi, mostrandoci a nudo, il cuore della meccanica umana. Quello che all’interno cigola il lamentare delle nostre delusioni, che spesso minaccia di fermare il suo rassicurante ticchettio di fronte alla rottura forse irreparabile della molla scattataci da una convinzione.

Perché ne è lui stesso, il poeta, di questa macchina divina, parte integrante.

Laura Di Marco

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