Edgar Allan Poe considerava la donna un essere eternamente sospeso tra vita e morte, mutevole nell’aspetto, dai tratti dapprima sani e poi spettrali, vittima di sofferenze ma capace di rigenerarsi attraverso la procreazione, continuando dunque in un continuo ciclo, ad esistere.
Anche quello che ci fanno vivere i nostri poeti è un viaggio mutevole, aggrappati ai loro versi, in esplorazione della femminilità e della consapevolezza di essa, che parte dai cieli dell’Olimpo dei miti greci, fino a giungere in picchiata nei vicoli oscuri di una realtà fatta di corpi venduti e consumate violenze.
È donna anche la notte, dunque? Che osserva con angoscia consumarsi uno dopo l’altro i delitti perpetrati nel suo ventre buio, per poi cambiare il volto in quello del domani per tornare a risplendere?
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