Aporia delle scorie – Fabiana Frascà

Dietro la levigata superficie dei versi traspare la vigile coscienza del poeta che cerca la realtà anche dietro lo specchio, per miniaturizzare quei chip che la tecnica contemporanea ha saputo inserire nel proporre la quotidianità insita nel bosco della realizzazione. Anche se nessun versante sembra offrire una soluzione convincente e duratura della crisi della poesia italiana, inceppata da anni in sterili opposizioni fuorvianti, nella illusione che una nuova maniera di poetare potesse ridar credito e vita alla creatività, ecco che ritroviamo con stupore e legittima soddisfazione una costruzione musicale che sfiora con arguzia e rimandi il tessuto della scrittura, per rompere con insistenza l’isolamento della lirica.

Da buona viandante Fabiana Frascà viaggia di gran carriera il viaggio della vita, sul ritmo di versi, di rime alternate, di ritmi leggeri, regolarmente battuti e di duplicazioni valevoli da itti e da impulsi. Il senso della ripetizione dona una visione che non riesce a rasserenare, anche se cerca ogni esorcismo per allontanare l’angoscia ed il pericolo di Thanatos. Frammenti, brevi aforismi, concisi e scarni, segnali mutevoli e precisi, si propongono nella ricerca esasperata della fine delle cose, sempre entro la dimensione della vita, quando la vita si renda lodevole di essere vissuta, in piano, con la matura coscienza che ne valga la pena, per un’apertura razionale e relazionale, che mai dovrebbe venir meno.

Urlare per non piangere, urlare per sospendere l’angoscia, cercando di abbandonare ogni scetticismo per ironizzare quando è possibile, nel testo e nel reale, cercando con semplicità la distanza dell’ironico nel colloquio intimo e privato.

Scrive l’autrice:

“Anche le parole si ammalano e muoiono e a me piace curarle come un medico, confessarle come un prete, resuscitarle come un dio. E il processo è biunivoco perché a loro consento di fare lo stesso con me.”

La pagina è arrendevole per una sua salvifica intenzione per la quale ogni porta si socchiude, e provare ad entrare è cosa facile perché la carica emotiva della narrazione ha una forza sua ineliminabile.

 

Mai il tempo di capire.

Fermare le cose prima

Di percepire. Questo vorrei.

Sentire senza sapere.

Un solo accennato.

Un lasciato a metà.

Lì dove timida e sola

si snuda la verità.

 

Copertina Aporia delle scorie

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