
Appena accennato, il mio volto riflette nel silenzio celato
nascosto tra mille specchi
riflessi accecanti
custodiscono i suoni della mia voce
che come tamburi battono incessantemente
fuggo la realtà,
custode diventa il mio nome
centrata realtà
fatta cornice di illusioni più grandi.
A. Marino
Nomi non più nomi che nascondono identità che vogliono vivere assorbendo l’altro inglobandone il respiro, ma senza lasciare che il proprio nome si manifesti. Anonimi o forse solo figli del silenzio. Specchi che riflettono “oggetti” senza nome. Schermi che proteggono “soggetti” senza corpo.





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