
La questione dell’identità prende una nuova dimensione attraverso la serie « Travelling Skin ». Se tutto si gioca tra il detto e il non detto, il chiaro e lo scuro, il rumore e il silenzio, il soggetto questa volta è messo a nudo, il mondo addossato contro ogni centimetro della sua pelle. Fragile, sensibile, il soggetto è in rottura psicologica con un’ambientazione dalla quale (si) è escluso.
Viaggiatore suo malgrado in realtà sconosciute, sia arcaiche che contemporanee, il corpo si trasforma: camaleonte nelle proprie contraddizioni. Magnificato, sublimato, destrutturato fino all’annullamento.
Con questi lavori Alan O’Dinam ci mostra con lucidità esacerbata un uomo che non trova il proprio posto né qui né altrove, pur non perdendosi mai.




Lascia un commento