
Ci immergiamo nella lettura come nell’acqua, con le mani nella sabbia, con la mente in una situazione. Dal corpo allo spirito, l’essenziale dell’immersione è al contempo nell’azione e nel permanere: immergere qualcosa significa infatti tanto introdurla quanto abbandonarla. L’elemento nel quale avviene l’immersione è spesso un’atmosfera, diversa da quella cui si origina l’azione. Ma non ci si immerge solo nel nuovo: si può anche reimmergersi. O al contrario riemergere, dopo essersi essere stati più che immersi, sommersi.
Come tracciare il confine tra lo spazio degli immersi e quello dei sommersi?
L’espressione artistica, figurativa o letteraria, plastica, visuale o contaminata, può rendere bene quel che il linguaggio ordinario sembra non riuscire a cogliere: il momento in cui ci si immerge, la stasi in cui ci si trova immersi, l’esito in cui si riemerge, e lo scacco in cui si rimane sommersi.
Su tutti questi scarti, tra movimento e permanenza, tra sensazioni avvolgenti e passaggi di atmosfera, vi invitiamo creare, come sempre, liberamente interpretando, distorcendo, contaminando.
Scadenza per l’invio dei contributi fissata al 30 Novembre 2016. L’indirizzo di posta elettronica è quello abituale: diwalirivistacontaminata@gmail.com
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