La scrittura vocativa utilizzata, rende il componimento una preghiera, un disperato appellarsi quasi privo di speranza del poeta alle sue muse.
L’autore in questi versi, gridando dalle pendici del monte Elicona dalla cui cima la mitologia greca vuole che sgorgano due sorgenti aventi il potere di donare ispirazione a coloro che si abbeverano dalle acque dei fiumi discendenti da esse, si pone in una condizione/luogo di umiltà, un viandante affamato ed assetato, mendicante di quell’ingegno, che è unico sostentamento di ogni artista.
Laura Di Marco
Lascia un commento