Non ci è dato sapere quando incontriamo un’anima affine e decidiamo di condividervi un tragitto della nostra esistenza, quanto lungo sarà quel percorso né chi terminerà prima dell’altro il viaggio, magari per inseguire una nuova emozione o forse perché costretto dall’approssimarsi del proprio epilogo. Questo ci dice Guido Comin, in un contrasto poetico che esprime tuttavia concretezza e razionalità. Si può allora voler bene a tal punto da desiderare di essere al posto dell’altro e pagare in sua vece quell’ultimo inesorabile viaggio, pur consapevoli che nessuno scambio in questo caso ci è concesso.
Laura Di Marco
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