La solitudine quale conseguenza di una autocondizione sociale è comune denominatore in diversi scritti dei nostri poeti in questo numero “libero”. Ma ancora una volta, allo stesso modo giunge in molti dei versi qui presenti, l’evocazione del sentimento, dell’unica potente arma di cui disponiamo, a rompere argini emotivi, barriere architettoniche mentali, sia questa passione amorosa di due corpi o unione spirituale di animi simili.
All’indomani dell’iniziativa mondiale “100 Thousand Poets For a Change” appena conclusasi, il primo cambiamento, mutazione repentina o graduale, possiamo affermare che parta dall’autore stesso, volto a tornare indietro alle proprie origini, agli elementi terreni, a cui dopo la vita faremo ritorno, assorbirne attraverso la rievocazione le magiche ed antiche forze, quelle dei nostri avi, per poi potersi proiettare tangibilmente (“reculer pour mieux sauter”), nella contemporaneità ed oltre.
Laura Di Marco
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