osceno, animale: bestialità dell’uomo vs umanità dell’animale
L’osceno è un concetto che definisce tutto ciò che turba e disturba il nostro modo canonico di percepire le cose e gli eventi ad essi collegati. Chiusi in una sfera di pregiudizi geneticamente tramandati, a noi umani riesce difficile comprendere ed accettare il diversamente pensante e creatore di un’arte a tutto tondo.
Notoriamente ciò che crea “shock” desta e solletica subitaneamente il torpore pensante innescando un meccanismo di critica più o meno costruttiva sino ad arrivare, nei casi estremi, alla censura.
Osceno molto spesso è sinonimo di pornografico, sebbene la linea che li divide sia molto sottile, essa a volte tende a confondersi, soprattutto quando siamo di fronte ad un corpo femminile, oramai quasi invisibile ai nostri occhi, tanto è stato utilizzato, sfruttato, martoriato, violentato e ridotto alla mercé di un mondo epocalmente maschilista.
Riferendomi al concetto di osceno in senso erotico-pornografico, di recente una video installazione di Daniele Puppi “Happy Moms” (http://www.danielepuppi.com/works/happy-moms/) ha creato non pochi problemi all’artista che si è permesso, per i benpensanti, di proiettare sul palazzo di fronte il Macro, il museo di arte contemporanea di Roma, in via Reggio Emilia, le roteanti fotografie di sessi femminili ripresi a distanza ravvicinata, arte che risulta essere sublimazione e non pornografia e oscenità, come ha dichiarato l’artista stesso.
Ma tornando al tema di osceno-animale, molti sono gli artisti che fanno dell’animale il soggetto principale delle loro opere d’arte, performances e video installazioni… per sublimarlo? Per dimostrare invece la loro feroce e brutale cattiveria? Per accattivarsi o far incattivire un pubblico sempre più numeroso? O forse solo perché “i materiali” canonicamente riconosciuti per produrre arte oramai sono ampiamente superati?
Di certo da sempre gli animali sono stati sfruttati in mille modi e senza mai potersi realmente ribellare, assecondando passivamente le fantasie pretenziose degli umani i quali dopotutto si accaniscono anche con i loro simili. Se gli animali condividono con gli umani il senso dell’amicizia, della fedeltà, dell’obbedienza e viceversa, gli umani trascendono tali sentimenti per produrre qualcosa che va oltre: l’osceno appunto. La bestialità dell’uomo tocca indelebilmente tutto ciò che lo circonda confondendo lo spettatore, spesse volte, su quale sia la vera mission del suo operato.
Ripercorriamo con alcuni artisti le tappe di questo “viaggio” alla ricerca ed alla (in)comprensione dell’oscenità umanamente animale!
Sara Lombardo
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