Shar Danus attraverso i suoi versi racchiusi nel fraseggio di terzine limpide ci ricolloca nel cuore di un dramma, quello del conflitto israelo-palestinese, una delle guerre più lunghe e sanguinose. Il testo aderente alla cruda cronaca dei fatti è di forte impatto visivo essendo il dato simbolico concentrato sul colore delle magliette dei bambini che giocano sulla spiaggia di Gaza: “Corrono tre magliette colorate”…
Qui si riesce ad evocare l’emozione e il dolore attraverso la descrizione del gioco spensierato dei bambini palestinesi che verrano uccisi da un missile sulla spiaggia: “come si può giocare / al gioco del nascondino / s’una sparuta spiaggia?” (Letizia Leone)
UNA TANA A GAZA
Corrono quattro
magliette colorate
sulla lingua di sabbia
a Gaza.
Una era verde fertile
l’altra di pace bianca
la terza era rossa martire.
Chiese Ismail, più piccolo
la magliettina nera
di Palestina affranta:
“Come si può giocare
al gioco del nascondino
s’una sparuta spiaggia?”
Zakhari fiondò s’un tronco
marcio, tra le barche:
correva al suo rifugio.
Muhammad amava gli argini
e i confini e gli orizzonti:
scelse la scogliera.
Ahed, quattrocchi pallidi,
gli indicò il mare e urlò:
“fai come si fa quando
vai con i tuoi a pesca,
infilati nel mare infido
tra l’ombra e la sua onda..”.
Dal largo finì la conta
– l’artiglieria israeliana –
e, con fragore, fu
per tutti e quattro
“tana”.
bambini che sfidano la vita: cercano il loro spazio, si nascondono per farsi trovare, corrono per vincere. Una “tana mortale” li raggiunge e il gioco finisce. Quanta dolcezza per dire l’avventura della vita e l’orrore della guerra.