In Marino Santalucia il “SussUrlo”, grido di rivolta e malessere intimo, si fa esistenziale quasi sottofondo di accompagnamento a chi non crede “all’equilibrio dell’anima”.
E in questo testo il verso pare si sia scarnificato e abbreviato alla ricerca di una parola vera. Una parola non sporcata dalla retorica e dalle manomissioni della chiacchiera, fino alla strofa di chiusura che pare definitiva nel ribadire un allontanamento risolutivo con “un biglietto di sola andata”.
Un rifiuto delle apparenze, dei “visi corretti” e delle “parole di circostanza” di chi contrasta per mezzo della poesia il sempre più diffuso conformismo del “politically correct”. (Letizia Leone)
NATO DA UN URLO
Credo nell’eternità della parola
nelle vecchie istantanee
nell’erbacce che non muoiono
nei traditori, che traditori
non lo sono affatto.
Non credo nell’alloro
e gli applausi
nei visi corretti
nelle parole di circostanza
nell’equilibrio dell’anima.
Nasco da un urlo
dal fondo di una lacrima
da un battito
appena accennato
da un alone di fiamma.
Comprerò un biglietto di sola andata.
Questa notte
comprerò un biglietto di sola andata
e avrò ingannato
i colori del buio.
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