I nostri turbamenti come bastoni di bronzo
pacchi scartati da mani giornalistiche
durante il fatale mese d’agosto
restiamo chiusi per settimane
su palestre mentali e vasi caldi
ripetiamo tutto il procedimento
preliminare, prese di posizione
e proclamazioni discinte
“la vita ci ha stuprato così tanto
che non ci eccitiamo più”
sesso a parte ci restano gli spasmi
in mezzo alle gambe,
i nostri pantaloni che esplodono
il tuo che si ficca dentro
le caverne roventi del fabbro che fui
il mio che si sporge all’infuori
dei banchi gelati della maestra che sei
e basta nudità, di fianco a grette pulsazioni
valiamo 10 volte in più come forme sbrindellate
di una Grande Perversione Muta
inutile cercare e ricercare, creare e ricreare
i giochi che abbiam scordato in seconda media
quando i gingilli splendevano al sicuro
senza ditate, attriti e sfregamenti compulsivi
il mistero e la scoperta, l’uno dell’altra
articoli d’opinione e saggi d’anatomia indecente
penne che sguisciavano sicure
lungo l’umido sottostare delle fantasie ancora crude
perché sesso a parte siamo carne alla piastra
che l’amore non è mica una bruciatura annerita
ai margini del nostro letto cotto a puntino
ma guardiamoci adesso,
guardiamoci attraverso i vestiti
che la paura ha raffreddato lame di falce
e ci siam tagliati a vicenda
là sotto
nelle scritture.
Lascia un commento