Lì fuori, l’estate spenta
sfiora sequenze di storia,
per un istante la coscienza mi turba;
ora sono solo un ricordo
e sono ora solo ricordi
di pochi centimetri
e distanze abissali,
legami di bellezza indomabile
la tenerezza d’un incontro
che promana da ogni solitudine
l’inganno di una promessa,
obbligo sublime ed instabile
succedersi vorticoso
che mai cessa
nel vuoto che segna l’assenza
in corpi tesi in ogni loro anfratto;
l’Adam forgiato dalla terra
e rugiada nuda nell’erba
carezze spaesanti dei sensi,
estesie incarnate e soave visceralità,
i sapori sublimi
del dolce zampillare
di sorgente che inonda
il piacere inane.
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