Focus Haiku – Dona Amati

Haiku: Chiyo-jo

ph. Miloje Savic

Che l’haiku si stia ponendo al centro dell’attenzione letteraria è dimostrato dal moltiplicarsi delle iniziative che si snodano, non solo nel web, tra ambienti deputati alla poesia e quelli di più vario interesse per la cultura nipponica. La webgrafia si incrementa di rubriche e progetti divulgativi dedicati alla composizione poetica giapponese, come a voler indicare il bisogno di un accesso privilegiato alla meditazione, il pensiero Zen appunto, al quale l’haiku è strettamente correlato.

Un segnale in controtendenza rispetto all’opacità di riflessione che caratterizza certa società occidentale, la quale, – almeno apparentemente – sembra esprimere una minor vocazione alla profondità di pensiero. Questa rinnovata attenzione non è ascrivibile a una semplice emulazione modaiola nei confronti di una tradizione orientale, quanto piuttosto a un’esigenza di trarre benessere da uno stile di vita diverso, basato sulla concentrazione di capacità verticale, su un più totale assorbimento sensoriale che si svolge da una osservazione oggettiva, tra pieni e vuoti in sospensione, dove ciò che maggiormente conta è il sollievo dell’equilibrio tra elementi naturali e introspettivi, attraverso la loro progressiva visione.

Dei “maestri” fondatori già sappiamo, Bashō, Issa, Buson, ma tra i moltissimi haijin uomini, la storia ci rende anche i nomi di poete donne che a quest’arte si dedicarono con medesimo raccoglimento ed ascetismo.

Chiyo-jo, vissuta nel diciottesimo secolo, è considerata l’haijin donna di maggior rilievo, probabilmente perché di lei è a noi pervenuta una più ampia produzione rispetto alle altre, e perché ebbe maestri importanti come Kagami Shiko, discepolo di Bashō che le consentirono grande intensità di scrittura. Iniziò a comporre poesia all’età di sette anni e già a diciassette la sua popolarità era diffusa in tutto il Giappone. Si sposò giovanissima ma perse il marito prematuramente; sul finire della sua vita diventò monaca buddista non, come disse, per rinunciare al mondo, ma “per insegnare al suo cuore ad essere come l’acqua limpida che scorre giorno e notte”.

In Giappone a Matto, sua città natale, è stato realizzato il “Museo Chiyo-Jo Haiku”, una struttura multimediale in cui vengono conservati haiku su diversi supporti e dove tutti, soprattutto i bambini, possono proseguire la conoscenza di questa particolare forma d’arte poetica e di struttura del pensiero.

***

Chiyo –jo (1703-1775)

 

allapperà o no

questo cachi

raccolto per primo

 

l’aquilone

anche ieri nel cielo

al solito posto

 

inverno desolato

nel mondo di un solo colore

il suono del vento

 

farfalle –

sul cammino d’una fanciulla

davanti e dietro di lei

 

pioggia primaverile

proprio ora le cose

diventano splendide

 

spiaggia alla bassa marea:

tutto ciò che prendo

è vivo

 

Oh! Il convolvolo!

Attorcigliato intorno al secchio.

Andrò dal vicino a chiedere l’acqua.

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