Il primo impatto, alla lettura delle quartine di Fabiana Frascà, è l’impressione visiva della forma spaziale nella quale si articolano i versi, quasi si trattasse di osservare in controluce i riquadri di diapositive che spiano lo spazio di un letto, il luogo chiuso metricamente dall’argine delle rime alternate, e attraversato da un capo all’altro dalla sincronia perfetta del “respiro a endecasillabi” che ritma la drammaturgia di un discorso amoroso.
E questa poesia ci coglie nel pieno dell’azione, dentro le vampe del linguaggio dell’eros, sulla scena di corpi in movimento che ci riportano alla memoria le parole di Barthes, “Il linguaggio è una pelle: io sfrego il mio linguaggio contro l’altro.”
Infatti queste strofe erotiche non sono una mera palestra della carne ma il campo semiotico che articola un’estetica della percezione.
dalla prefazione di Letizia Leone
29.
Resta svuotato il corpo senza peso
le forze alle membra già si sfanno.
Traboccante al mio ventre ti sei arreso
e vi resti incistato come un danno.
32.
Accelera sul corpo le mie voglie
guerriero per il mio culmine intenso.
Stracco te ne ritorni alla tue spoglie.
Di tutto t’ho svuotato. Anche del senso.
Titolo: L’oscuro centro
Autore: Fabiana Frascà
Ed.: Giulio Perrone LAB
Pagine: 120
ISBN: 8863160880
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